Sembra non avere fine la crisi del lavoro in Italia. Stando a quanto affermato da Confartigianato, infatti, nel corso degli ultimi anni la criticità del sistema occupazionale nazionale avrebbe prodotto una perdita pari a 480 posti di lavoro al giorno.
A farne le spese sarebbero stati soprattutto i più giovani, e coloro che sono titolari (o avrebbero voluto esserlo) di contratti a tempo indeterminato a tempo pieno, visto e considerato che cresce la quota di contratti precari e a tempo parziale.
Insomma, secondo quanto calcolato dall’ufficio studi della Confartigianato nel suo recente studio diramato a mezzo stampa e sul proprio sito web, dal 2008 l’emorragia del sistema occupazionale italiano si sarebbe concretizzata con una retrocessione degli impiegati pari a 480 posti di lavoro al giorno. Ragionando in termini macro, si potrebbe anche ricordare come nel corso dell’aprile 2008 gli occupati erano pari a 23 milioni e 541 mila persone, e come a dicembre 2012 – ricordava ancora l’Istat – gli occupati siano scesi a 22 milioni e 723 mila unità. In tutto, 818 mila posti di lavoro in meno rispetto ad appena quattro anni e mezzo prima o, se preferite, 480 posti di lavoro in meno al giorno.
Come abbiamo sopra introdotto, a farne le spese sono stati soprattutto i più giovani. Il tasso di occupazione degli under 35, fascia notoriamente più debole sul mercato del lavoro, è infatti diminuito del 20 per cento (con un saldo netto negativo, in termini assoluti, per 1,5 milioni di unità). Di contro, sembra essere aumentata la quota di lavoratori con più di 55 anni, cresciuta di 600 mila unità, e persistente sul mercato del lavoro ancora per diverso tempo, a causa delle riforme delle pensioni che ne stanno allungando le speranze di una uscita nel breve termine.
Ancora, la Confartigianato ricorda come il numero degli occupati a tempo pieno sia calato del 5,1 per cento, contro una crescita dei contratti part-time pari all’11,3 per cento.